SOMW STORIES OF MIGRANT WOMEN
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Luna

8/27/2019

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Tre anni fa ho deciso di fare un film. E ho deciso di farlo coinvolgendo i richiedenti asilo. Si trattava di uno zombie movie ambientato in un centro d'accoglienza. Per poter coinvolgere attivamente i ragazzi di diversi Sprar della capitale, ho creato un laboratorio di recitazione e videomaking chiamato "Il ponte sullo schermo". Alle lezioni, a parte qualche rara eccezione, hanno partecipato quasi solo uomini. Questa cosa ha preoccupato enormemente mia madre, vittima della propaganda a reti unificate che, in quel periodo, la faceva da padrona. Sua figlia, da sola, assieme ad una ventina, trentina di uomini neri (quindi, nella narrazione di quarta colonna e simili, quasi sicuramente degli stupratori), con una cultura diversa dalla nostra. Perché non fare, invece, un laboratorio tutto "al femminile", rivolto a quelle donne che ancora non hanno avuto modo di emanciparsi, che non hanno conosciuto e vissuto gli anni della rivoluzione femminista? Sinceramente non mi ero posta il problema. Non mi interessava il sesso biologico dei partecipanti al mio laboratorio. Di una cosa, peró, ero certa. Se avessi voluto in qualche modo portare avanti le istanze femministe tra i richiedenti asilo non avrei fatto nulla di diverso da ció che ho fatto. Perché, independentemente dalla nazionalitá, io ero l'unica donna tra venti, trenta persone. Ed ero l'insegnante. Gli altri erano lí per imparare da me, per conoscere delle competenze delle quali io ero in possesso e loro no. Una donna che insegna a venti, trenta uomini. Cosa c'era di meglio per promuovere la paritá di genere? La cosa della quale spesso ci dimentichiamo è che, di pari passo all'emancipazione delle donne, vi deve essere una presa di coscienza degli uomini. Di tutti gli uomini. Perché in quanto a patriarcato e maschilismo non abbiamo bisogno di "prendere lezioni" da nessuno. Burundi, Sri Lanka, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Liberia, Bangladesh, Senegal, Cina, Ruanda, Malawi, Turchia, Filippine, Pakistan, Mali, India, Haiti, Namibia, Nepal, Birmania, Indonesia, Guyana, Perú, Cile, Giamaica, Argentina, Panama, Costa Rica. Queste sono solo alcune delle nazioni al mondo nelle quali c'è stata almeno una Presidente o una Prima Ministra donna. In questa lista, l'Italia e diversi altri paesi considerati "occidentali" (dove teoricamente si dovrebbe essere raggiunta una supposta "parità di genere"), non ci sono. Il bello è che parecchi dei miei connazionali sono tuttora convinti che il problema più grande per le donne in Italia, oggi, siano i miei studenti.

​Luna Gualano


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